La fotografia fa parte della nostra quotidianità: oggi è considerata a tutti gli effetti una tecnica di produzione artistica ma non è sempre stato così nel corso della storia.
Nata come una nuova tecnologia, fin da subito poeti, pittori e intellettuali, discussero sul ruolo che potesse avere nelle arti.
Il rapporto tra la fotografia e l’arte tradizionale è stato fin da subito un rapporto di amore e odio. Molti pittori, tra cui Paul Delaroche, definirono la fotografia come “la morte della pittura”.
Accanto alla nascita della fotografia si schiera il movimento degli impressionisti ( dal francese “impressionnisme”, dal titolo del quadro di C. Monet «impression: soleil levant», 1874). Similmente ai fotografi, gli impressionisti colgono la velocità delle sensazioni e il dettaglio dell’inquadratura. Entrambe le discipline sono alla ricerca di un modo per ritrarre al meglio la realtà, fotografando o dipingendo, persone e paesaggi nel momento stesso in cui l’occhio li vedeva.
I movimenti d’avanguardia
L’avvento della fotografia contribuì a liberare la pittura dalla necessità di imitare la realtà e offrì la possibilità di sviluppo a movimenti di avanguardia come il futurismo, l’espressionismo, il cubismo, il dadaismo. Una volta che il realismo veniva realizzato grazie all’utilizzo della macchina fotografica, infatti, l’artista era libero di assecondare i propri istinti e di avere maggiore libertà di espressione.